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Mondo videogiochi: la narrazione ad altra definizione Nei videogames si sviluppa una nuova pratica narrativa, diversa da quella creata in secoli di letteratura e in decenni di cinema. Attraverso l'interattività, nei videogiochi la narrazione è aperta, mutevole ed evolve secondo le azioni del giocatore che, di fatto, ne personalizza l'esplorazione. Partecipano: Giulio Lughi, Alessandra C, Fabrizio Vagliasindi Coordina: Carlo Infante I videogiochi costituiscono indubbiamente uno dei format culturali centrali del nostro millennio. Sebbene molti non siano d'accordo nel considerarli una forma di narrazione, certo il loro stile veloce, interattivo, immersivo ha influenzato il nostro modo di concepire e di leggere storie. I videogiochi hanno fatto diventare l'ipertestualità un'esperienza quotidiana e ci hanno addomesticato, attraverso l'azione, a un'esperienza di lettura più attiva e vigile: una lettura in continua soggettiva. A seconda delle diverse tipologie dei videogiochi, d'azione, di strategia, d'avventura o di simulazione, l'aspetto narrativo è più o meno connotato, per dare comunque luogo ad una forte condizione partecipativa che tende a fare del giocatore un protagonista della storia che si svolge nello schermo. Una condizione ancora più marcata nei role-play, i giochi di ruolo che trovano nella rete il loro maggiore sviluppo, coinvolgendo il giocatore in uno scambio d'empatia che rasenta le dinamiche del teatro basate su una fervida interattività psicologica. Secondo Brenda Laurel, importante studiosa di nuovi media, i videogiochi per primi hanno riavvicinato la narrazione al teatro, mostrando la natura performativa dei testi. Interattività, immersività e performatività: sono probabilmente queste le caratteristiche più evidenti del videogioco; in questo modo l'esperienza videoludica dà forma al desiderio dell'uomo di andare oltre, hyper, lo spazio del testo, e di trasformare, così, la lettura in esistenza. Partecipano all'incontro Giulio Lughi, docente di editoria multimediale presso l'Università e il Politecnico di Torino, attualmente coordinatore, con la Biblioteca di Settimo, di una ricerca sui videogiochi ed autore di diversi libri sui temi delle nuove culture mediali (Parole on line, dall'ipertesto all'editoria multimediale, Guerini, 2001, Cultura dei nuovi media, Guerini, 2006); Alessandra C, giornalista (La Stampa/Torino Sette), esperta di nuovi media, giocatrice e scrittrice (Skill, Einaudi Stile Libero, 2004); Fabrizio Vagliasindi, consulente di progettazione e marketing per diverse società di editoria multimediale e docente di Digital Entertainment Design presso l'Università IULM di Milano. Coordina l'incontro Carlo Infante, libero docente di Performing Media e autore di Imparare giocando (Bollati Boringhieri, 2000), Performing media 1.1. Politica e poetica delle reti (Memori, 2006). Link: Giulio Lughi Alessandra C Fabrizio Vagliasindi Carlo Infante Virtuality Conference |
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